Le parole dell'immigrazione

Immigrato, rifugiato, richiedente asilo, profugo, sfollato, immigrato economico. Sono tutte parole differenti, spesso usate come sinonimi nelle semplificazioni politiche e giornalistiche. In realtà ognuno di questi termini indica una realtà differente. Cerchiamo di fare chiarezza.

Facciamo chiarezza

Sfollato

Il dizionario Treccani definisce “sfollato” come colui che ha dovuto allontanarsi, per circostanze dipendenti dallo stato di guerra o da altre calamità, dal luogo di residenza abituale, ma senza attraversare il confine dello Stato in cui risiede.

Immigrato

Secondo l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), non esiste una definizione unica della parola “immigrato” riconosciuta in tutto il mondo. In generale questo termine indica le persone che si spostano da un Paese all’altro per svariati motivi. L’immigrato può essere regolare o irregolare: regolare se è presente in un Paese con un regolare permesso di soggiorno, mentre è irregolare se non lo possiede; l’immigrato irregolare viene anche definito “clandestino”. Nel 2009 l’Italia ha introdotto il reato di immigrazione clandestina sulla cui abolizione è in corso un ampio dibattito politico.

Immigrato Economico

L’immigrato economico è una dicitura di uso comune per identificare colui lascia il proprio Paese in cerca di un futuro migliore dal punto di vista economico. In alcuni casi, la distinzione tra profughi e migranti economici non rispetta la realtà dei fatti: non sempre esiste un unico fattore che spinge ad emigrare, ma un insieme complesso di diversi elementi.

Migranti Ambientali

Secondo l’Organismo Internazionale per le Migrazioni sono le persone o gruppi di persone che, a causa di improvvisi o graduali cambiamenti dell’ambiente che influenzano negativamente le loro condizioni di vita, sono obbligati a lasciare le proprie case, o scelgono di farlo, temporaneamente o permanentemente, e che si muovono all’interno del proprio Paese o oltrepassando i confini nazionali. Sono altrimenti detti profughi climatici o eco-profughi, oppure ancora “rifugiati ambientali”.

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